Invited speakers




Eva Alcón Soler

Investigating pragmatic learning: Insights from the classroom and beyond 


I will focus on learning pragmatics in different contexts, pointing out the benefits of teaching pragmatics. I will also argue that pragmatic learning is constrained by learners’ characteristics, and shaped when the target language is used in authentic communicative contexts. I will start addressing the question of whether the English as a foreign language (EFL) classroom provides the theoretical conditions for pragmatic learning. I will focus on three aspects: a) the opportunities for developing pragmatic ability in EFL classrooms; b) whether or not pragmatic ability develops in classroom settings without instruction; c) and the effect of various instructional approaches. Then, I will refer to the research conducted in multilingual settings to evaluate to what the extent pragmatic learning is constrained by the nature of intervention or learners’ individual variables. Empirical evidence will be used to suggest the need to consider learners’ linguistic background as a variable, something that has frequently been ignored in second language acquisition oriented research. 
Taking into account the study abroad context, I will move from formal language learning contexts to real world language use. I will discuss why sociocultural behaviours and conventions of language used, previously taught in the classroom may be shaped when learners use language in real life interaction. Finally, I will encourage researchers to explore pragmatic learning in new environments, following mixed-method approaches, that is to say, using quantitative and qualitative data to offset the weaknesses of both quantitative and qualitative research alone, and triangulating results as much as possible.



Raffaele Simone

Operazioni pragmatiche sulla sintassi


Nel quadro della Grammatica di Categorie e Costruzioni (GCC: Simone 2007 e ss.) la sfera pragmatica comporta due prospettive nettamente distinte: quella macro- e quella micropragmatica. La prima definisce gli atti linguistici, e quindi si applica alla struttura globale dell'entità testuale; la seconda definisce invece la struttura fine delle frasi, e in particolare alcuni loro aspetti (per es., il focus, l'agentività, la trasitività, ecc.), e contribuisce così in modo determinante alla costruzione della 'messa in scena' linguistica. La comunicazione si concentra sulla dimensione micropragmatica: illustra alcune tipiche operazioni (per es., sdoppiamento dell'agente; occultamento dell'agente; instaurazione di referenti nuovi; separazione delle voci, ecc.) e i loro effetti sintattici, con esempi e dati da varie lingue.

Judith Rispens

Storytelling in children with developmental language disorders: A pragmatic and a cognitive perspective


A critical aspect of human communication is the ability to tell and understand stories. Narrative development is dependent on multifaceted linguistic skills (including vocabulary, syntax, semantics and pragmatics) and also non-linguistic skills such as planning, inhibition and memory. It is therefore not surprising that the development of narrative discourse follows an extended trajectory into childhood. Narrative ability is furthermore vulnerable in children with developmental language disorders such as specific language impairment and autism.
In this talk I will zoom in on pragmatic skills involved in storytelling and I will discuss narrative behavior in relation to pragmatic skills in children with developmental language disorders. I will further show that non-linguistic cognitive skills also contribute to storytelling and I will discuss data that suggest that weaknesses in these cognitive skills may be associated with poor narrative skills in children with developmental language disorders.

Gabriele Pallotti

La pragmatica a scuola: tra ricerca e insegnamento

Coordinamento della tavola rotonda sul progetto "Oggi facciamo pragmatica, percorso di formazione e ricerca-azione nella scuola primaria" con Stefania Ferrari e Roberta Zanini

Dal punto di vista della ricerca acquisizionale è un dato accertato il fatto che imparare una lingua, sia essa L1 o L2, non significa solo acquisire lessico e grammatica, ma anche sviluppare la competenza pragmatica. Nella didattica della L2, questa consapevolezza si manifesta con attività di uso comunicativo della lingua e di riflessione metapragmatica, specialmente in alcuni materiali e percorsi didattici più innovativi, anche se in molti contesti l’insegnamento si concentra ancora essenzialmente su grammatica e lessico. Per quanto riguarda l’educazione linguistica in L1, o in generale quella che in Italia si chiama ‘l’ora di italiano’, invece, l’insegnamento della lingua tende a realizzarsi quasi esclusivamente attraverso la riflessione esplicita, intesa principalmente come analisi grammaticale, logica o del periodo. Tuttavia, si può osservare, in generale, una certa insoddisfazione da parte dei docenti di educazione linguistica rispetto al livello di competenza d’uso dei propri allievi. Ne consegue che, dal punto di vista dei docenti, diventa importante esplorare nuove strade per favorire lo sviluppo di una maggiore consapevolezza nei propri allievi rispetto all’abilità d’uso della lingua, vale a dire la capacità di adoperare l’italiano in modi diversi, a seconda del contesto, di chi parla, per quale scopo, con quale interlocutore. Come si può realizzare nella pratica didattica questo obiettivo importante dell’educazione linguistica? Come insegnare questa sorta di ‘grammatica all’opera nelle situazioni comunicative’? Come creare un ponte tra le conoscenze teoriche del ricercatore e i bisogni pratici del docente?
Il progetto che si mette al centro di questo tavolo di discussione tenta di dare alcune risposte concrete a queste domande. Oggi facciamo pragmatica consiste in un percorso di formazione e di ricerca-azione che coinvolge innanzitutto i docenti di area linguistica, affinché raggiungano una piena consapevolezza dell’importanza della dimensione pragmatica nella lingua e della necessità di dare spazio nella routine didattica a questa componente della competenza comunicativa. Accompagnati passo passo dal formatore-ricercatore, i docenti progettano e realizzano interventi di educazione linguistica in cui gli allievi, sia di L1 che di L2, possono osservare, sperimentare e sviluppare le loro competenze d’uso della lingua italiana. Basandosi sulla naturale capacità dei bambini di notare e riflettere sulle parole, proprio a partire dalla lingua in uso si stimolano riflessioni formali sofisticate, ma sempre funzionali al successo comunicativo.
Nel corso della presentazione, saranno illustrati il modello alla base degli interventi didattici realizzati e alcuni risultati delle sperimentazioni educative a cui hanno partecipato diverse classi della scuola primaria, lavorando su attività didattiche riguardanti azioni comunicative quali ‘fare una richiesta’, ‘dare del tu e dare del lei’ e ‘gestire il conflitto verbale’.